12.20.2012

“no al raddoppio dell’inceneritore, ma tutela del patrimonio pubblico”


Il vicesindaco spiega il proprio punto di vista sulla delibera che la scorsa settimana ha diviso la Giunta: «In realtà si trattava delle convenzioni che disciplinano i rapporti tra Aisa e Comunità d’Ambito [chi organizza, ha affidato e controlla il servizio di gestione integrata dei rifiuti nell'Ambito Territoriale Ottimale o l’ATO (N.d.R.)] in relazione alla gestione degli impianti attualmente esistenti e alla valorizzazione  del patrimonio pubblico, quindi...erano previste dallo schema dell’ATO relativa agli impianti che rimanevano fuori perimetro di gara, tra questi per l’appunto il termovalorizzatore, l’impianto di compostaggio e di selezione di San Zeno».
Gasperini spiega così la sua proposta, arrivata al pubblico in modo distorto con un piano da 115 milioni di euro: «queste convenzioni servono per disciplinare i rapporti tra l’ATO e AISA in relazione...ai rifiuti come avviene fino a oggi; riguardava gli altri atti della programmazione provinciale, della pianificazione dell’ATA: è stato previsto di raggiungere dei livelli di raccolta differenziata» e che la residua venga portata «a recupero energetico attraverso l’impianto, anche, termovalorizzatore e questa è la programmazione, a prescindere di quello che fa il Comune, che prevede un impianto di 75mila tonnellate» ma questo era già nella programmazione provinciale sui rifiuti e nel piano straordinario dell’ATO della Toscana meridionale, non nella delibera di Giunta dei giorni scorsi, ribadisce Gasperini, «io il piano da cento milioni per l’inceneritore non so dove sia stato visto, la giunta ha deliberato delle convenzioni che tutelano il patrimonio pubblico...in totale coerenza con l’atto d’indirizzo approvato all’unanimità dal consiglio comunale nel 2009» seguendo il programma elettorale come nella «costituzione dell’attuale maggioranza che governa il comune.»
Resta un punto saldo dell’amministrazione la valutazione dell’impatto sanitario, inserito all’interno del capitolato di gara e nella delibera, come garanzia per la realizzazione dell’impianto; «adesso c’è la gara in atto per il servizio di raccolta nella Toscana meridionale….andremo avanti con le procedure di valutazione dell’impatto sanitario».

12.18.2012

Regolamento Urbanistico: qualche dettaglio in più


Per chi come me conosce poco questa materia, il Regolamento Urbanistico è il piano che dovrebbe gestire per cinque anni l’applicazione del piano strutturale, ovvero il piano, già approvato da un pezzo, e già operativo, che individua le grandi aree di intervento nell’area cittadina, rimandando poi gli interventi veri e propri ai singoli piani per le vari zone della città, senza dare indicazioni precise.
Il Regolamento Urbanistico è in cantiere dal 2007 quando un centinaio di cittadini, divisi in 7 gruppi di lavoro e residenti in diverse zone del territorio, sono stati chiamati a “partecipare all’approfondimento di un tema di interesse collettivo che sarà centrale nella costruzione del prossimo Regolamento Urbanistico: la qualità dello spazio pubblico.Dagli incontri sono emerse molte indicazioni che sono state restituite ai tecnici che stanno lavorando alla redazione del Nuovo regolamento Urbanistico.” [tratto dal sito del Comune, Giugno 2008, NdR]
Su questo piano urbanistico, approvato il 23 marzo dello scorso anno, sta lavorando adesso il Consiglio Comunale, anche se i primi problemi erano sorti subito dopo l’approvazione, quando l’Ordine degli Architetti, quello degli Ingegneri ed il Collegio dei Geometri avevano manifestato, in una nota congiunta, preoccupazione per il confronto che era mancato con l’amministrazione per la revisione dello stesso.
L’ingegner Fazzi, vice Presidente vicario dell’Ordine degli Ingegneri aretini, ci dice che la critica principale che viene mossa al Comune per questo che è un’intervento di impatto per la città è che “si è fatta poca urbanistica, non è stata progettata la città del futuro”: infatti “di novità per il regolamento edilizio non c’è niente, c’è un lavoro che l’amministrazione sta svolgendo su sollecitazione di varie componenti sociali” che hanno chiesto una revisione del regolamento urbanistico tecnico perché, secondo loro, “presenta notevoli criticità applicative...Quello che non ha soddisfatto gli ordini professionali, e in special modo gli ingegneri, è che è stata fatta poca urbanistica...ma si sia semplicemente indicato delle grandi aree dove intervenire, senza dare però un indirizzo ben preciso, cosa che dovrebbe svolgere il ruolo politico dell’amministrazione.”
Il Vice Presidente vicario dell’Ordine spiega, per esempio, che hanno sollevato il problema dell’area Lebole, per invitare l’amministrazione a valutare quell’area “inserita in un comparto ben più ampio” che va dalla zona dell’ex fabbrica stessa, passa attraverso tutta l’area di Pratacci, comprendendo anche l’area dell’ex Gori-Zucchi e arrivando a quella che è l’area del cementificio, quindi un’area complessivamente molto ampia, con un’enorme spazio che presenta problematiche molto diverse tra loro; una tra tante è quella della zona Pratacci che è in forte crisi dal punto di vista economico in quanto non c’è più quello che ne era il tessuto principe, ovvero il commercio all’ingrosso.Quest’area molto vasta deve andare a collegarsi, continua l’ingegner Fazzi, “funzionalmente e serve uno studio generale e preliminare più completo secondo noi” perché, deve si devono considerare e tentare di risolvere le esigenze delle diverse aree.
“Questa è una delle critiche fondamentali che abbiamo posto” spiega “ma non siamo ora a conoscenza, sinceramente, di quella che è l’evoluzione che in questi giorni, in questi ultimi tempi sta avendo [il regolamento urbanistico,NdR]; oggi ho letto sul giornale che parte l’area commerciale nell’area Lebole, ma sembra un po’ che si proceda a strappi, senza avere preliminarmente un piano organico e una visione globale della città”, ovvero del suo futuro.

12.16.2012

I saldi visti da Paolo Mantovani


Paolo Mantovani, presidente della Federmoda di Confcommercio Arezzo e membro della Camera Nazionale Buyers della moda, illustra la situazione dei saldi nella nostra città a pochi giorni dalla loro fine.
Come sono andati questi saldi invernali?
L’andamento è stato simile alla scorsa stagione perché, nonostante sia un momento di flessione, il fatto che nella prima parte dell’inverno ci sia stato un clima mite ha spinto gli acquirenti a rimandare le compere, mentre, al contrario, la congiuntura economica ed il freddo hanno favorito la vendita degli articoli d’abbigliamento invernale durante i saldi.”
Continua poi ipotizzando, visto che i saldi non sono finiti, che sia “più probabile che il fatturato del volume globale delle vendita sia aumentato al 20%, rispetto al 18% dello scorso anno… Credo che la situazione aretina sia simile al resto d’Italia: non sembrano esserci stati né aumenti né decrementi in confronto alle altre città e, inoltre, è meno condizionata dai flussi turistici quindi le vendite sono meno altalenanti, mentre l’anticipazione ed il prolungamento, invece, sono stati meno influenti rispetto al clima e della congiuntura economica.”
La situazione nei prossimi giorni, sostiene, sarà tranquilla grazie ai primi giorni di tepore e alla notevole diminuzione degli stock, anche perché “i clienti sono più selettivi: disponendo di meno soldi acquistano maggiormente abbigliamento, calzature e tecnologia”, quest’ultima “in forte espansione in Italia; il comparto della moda è stato premiato nel settore stagionale… Si è consolidata durante questi saldi la forbice esistente tra i negozi di alta gamma e quelli di fascia bassa, con buone performance o nella fasce più costose, quelle meno toccate dalla crisi, o nelle fasce più economiche, che sono di assoluta concorrenza.”

12.14.2012

Responsabilità, cultura e politiche sociali: la mafia si combatte così.


È questa la proposta di Don Luigi Ciotti per combattere le mafie e l’illegalità, formula che ha presentato venerdì pomeriggio a chi ha assistito alla sua lezione di legalità alla Borsa Merci.
Don Ciotti è presidente di Libera, associazione che dal 1995 si propone di combattere l’illegalità in Italia attraverso l’educazione per ottenere un cambiamento etico, sociale e culturale nel nostro paese e risponde così ai chi gli chiede di raccontare il fenomeno mafioso in Italia: “Sono 50 anni che la mafia è presente al nord Italia… come testimoniano i casi dei comuni di Bardolecchia, nell’estremo nord verso la Francia, e Bordighera che sono stati commissariati per infiltrazione mafiosa», oppure il caso della la mafia del Brenta:«nel distretto di Venezia  50 imprenditori facevano affari con i clan della Camorra, a Treviso c’è la rappresentanza della famiglia Provenzano…non c’è regione italiana che, pur con accenti e colori diversi, non sia colpita da questo fenomeno...oggi più che mai, perché in questo periodo di crisi economica le mafie fanno da banche investendo in società, piccole imprese e fungendo da sedi finanziarie.»
Sulla relazione tra mafia e riciclaggio di denaro sporco cita il rapporto di Banca Italia di qualche mese: «la quota di gioco del crimine organizzato è del 30-35%, mentre il restante è dovuto ad altre forme di illegalità che ne fanno parte…C’è bisogno dell’intervento degli organi competenti» ma, prosegue, «anche noi come cittadini siamo chiamati ad alzare le antenne, ad essere più vigili e a fare la nostra parte» perché con i nostri gruppi possiamo «portare un contributo per il cambiamento...L’impegno è contro qualunque forma di illegalità» che coinvolge anche i mercati degli stupefacenti, della prostituzione e del riciclaggio dei rifiuti che sono, continua Don Ciotti, circuiti criminali mafiosi, così come lo sono le forme di usura o il traffico delle sostanza dopanti; «è tutta una lettura più ampia che parte da reati e da situazioni di fragilità nei vari territori, che si risale poi anche ai giochi criminali mafiosi… l’altro grande cancro è la corruzione»: proprio venerdì mattina Libera ha consegnato al Presidente della Repubblica un milione e duecento mila cartoline che chiedono l’adeguamento della normativa nazionale sulla corruzione alla convenzione di Strasburgo del 1999; questa prevede di disciplinare i meccanismi che dimostrino i reati di corruzione che, ricorda Don Ciotti, insieme alla mafia, al riciclaggio e all’evasione si stima abbiano un fatturato di circa 560 miliardi di euro...e poi non ci sono i soldi per le fasce deboli, per le politiche sociali, per chi fa più fatica..bisogna andare a prenderli lì i soldi».
L’attivista della legalità cita poi la «perniciosa illusione» del “profeta Paolo Borsellino” perché «ci vuole una continuità, maggiore attenzione, maggior investimento e prendere coscienza che la forza delle mafie sta fuori dalla mafia: la mafia è forte perché di avvale di quelle collaborazioni, di quelli appoggi, meccanismi con segmenti del corpo sociale, della politica e della finanza...le mafie hanno cambiato volto, strategie: sono liquide»
La lotta alla mafia deve essere nostro impegno e nostra responsabilità: è un problema di democrazia perché se la democrazia è pallida e la politica è debole, le mafie sono molto forti; «la democrazia, prosegue, «ci consegna due doni: la dignità umana e la giustizia, ma senza responsabilità la democrazia non starà mai in piedi...responsabilità che chiediamo allo stato, alle istituzioni, ma che anche noi come cittadini siamo chiamati ad assumerci. Il cambiamento ha bisogno anche di noi...e si attraverso le politiche sociali, il lavoro per i giovani, le politiche per la famiglia: creando una serie di condizioni di fermento sociale e culturale sul territorio, perché è la culturale che da la sveglia alla coscienze del nostro paese.»
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12.12.2012

“I Figli degli Uomini” realtà o fantascienza?


Quando si parla di aborti e di abbandoni di solito lo si fa attraverso pregiudizi, buon senso, fede religiosa e credenze popolari, ma per la maggior parte di noi sono problematiche lontane, che entrano nelle nostre case solo attraverso i mezzi di comunicazione che, di tanto in tanto, ne parlano.
Se si leggono i dati nel loro complesso, si può notare che dal 2000 al 2010 il numero di nascite è aumentato e si è mantenuto intorno a 850 bambini l’anno, ma è solo un lato della medaglia: dall’inizio del nuovo millennio in dieci anni si è casi quintuplicato il numero di bambini nati da almeno un genitore straniero, passando da 52 nel 2000 a 246 due anni fa, mentre resta quasi invariato il totale delle nascite. Gli aborti, ovvero le interruzioni volontarie di gravidanza, sono diminuiti nel corso di questo decennio, ma solo per le statistiche: su 1000 donne in età fertile nel 2010 ha abortito solo un 8,36% contro un 9,02 d’inizio millennio, in linea con l’andamento a livello regionale.
In realtà il numero di aborti volontari è sceso solamente di 10 unità, passando da 664 del 2000 a 654 nel 2010: perché allora le percentuali si abbassano? Semplice: le statistiche sono legate al numero di donne in età fertile che vivono ad Arezzo, ovvero tutte quelle che hanno dai 15 ai 49 anni.
Nonostante l’andamento positivo delle nascite e quello negativo delle interruzioni di gravidanza dell’ultimo decennio, solo nel 2010 su 1539 donne che sono rimaste incinta nel nostro territorio il 42,49% ha deciso di ricorrere all’aborto; escludendo le motivazioni personali e la mia opinione sul tema, leggendo questi dati ci sono alcune sfumature che vale la pena sottolineare: il dato statistico sulle interruzioni di gravidanza è calcolato considerando donne in età fertile le ragazze dai 15 anni in su, c’è un aumento considerevole del numero di bambini nati da almeno un genitore straniero, nel ‘XXI secolo’ ancora si muore nel primo anno di vita e ci sono ancora casi di abbandono al momento della nascita.
Quest’ultima casistica è legata al progetto “Mamma segreta”, servizio offerto dalla Usl alle mamme che non vogliono abortire ma che non possono tenere i bambini, di cui io, pur essendo considerata nella fascia di età fertile per età e sesso, non ero a conoscenza fino all’inizio della mia ricerca per questo articolo; com’è possibile che ci siano servizi non sponsorizzati che potrebbero essere d’aiuto alle donne o una valida alternativa all’aborto? I casi di abbandono alla nascita che sono stati registrati dal 2007 a questo dicembre sono stati solo 10, mentre sono 7 i bambini morti nel primo anno di vita, cosa per me inimmaginabile oggigiorno come potrebbe essere morire di parto..
Un altro dato che mi rende perplessa è l’inclusione delle ragazze dai 15 ai 18 anni nelle statistiche sull’interruzione spontanea di gravidanza, perché, essendo minori, anche se in età fertile, dovrebbero essere considerate una categoria a parte; l’essere nella statistica implica che ci siano ragazze che abortiscono a 15 anni? Questo dato unito alla segnalazione della Usl che negli ultimi anni è aumentato il numero di persone nella nostra provincia che hanno contratto l’HIV mi lascia perplessa: non è prevista una campagna di informazione nelle scuole per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze indesiderate? Prevenire è meglio che curare, ricorda la saggezza popolare..
E in questo caso curare significa una media di 676 interruzioni di gravidanza all’anno, senza considerare i dati sull’utilizzo della pillola del giorno dopo, distribuita direttamente al pronto soccorso o al consultorio, mentre per l’HIV non ci sono cure..
“I Figli degli Uomini” resterà un solo un film o diventerà realtà?

12.10.2012

Persone, dati e progresso


Dato che l’area di San Zeno è uno snodo problematico per la nostra città sotto tanti punti di vista, dal traffico all’inquinamento dell’aria e del suolo, speravo che i risultati dello studio sulla popolazione iniziato più di un anno fa e ora teoricamente concluso, aiutassero a inquadrare il futuro di questa zona industriale prima ancora che si chiamassero cittadini e imprese ad investirci ancora. Così non è stato, perché il Comune, le categorie economiche e le imprese si sono ritrovate la sera del 2 novembre scorso per discutere del “progetto di riqualificazione dell'area industriale di San Zeno”. 
Il Comune ha infatti partecipato ad un nuovo bando per intervenire nella zona, ma sui 2 milioni e mezzo di euro previsti per il progetto, a causa del patto di stabilità, 562.000 euro dovranno essere a carico delle imprese e di tutti i potenziali beneficiari della ristrutturazione e dovranno essere reperiti entro fine mese per far partire i lavori in tempo entro il nuovo anno; il progetto è lodevole e si tratta di rifare e potenziare l’illuminazione pubblica con tecnologie innovative, sistemare strade e marciapiedi, predisporre nuovi parcheggi, estendere la rete idrica e collegarla con l'acquedotto comunale, distribuire la rete di idrogeno e della fibra ottica in tutta l'area, ecc..
Ma se lo studio sulla salute della popolazione non è stato ancora pubblicato, doveva essere finito entro la fine di settembre, in base a cosa si è scelto di continuare ad investire in un’area industriale che presenta da anni problemi di inquinamento?
Nelle premesse di questo studio patrocinato da Regione, Provincia, Asl 8 e i Comuni di Arezzo, Civitella e Monte San Savino che partito anno scorso si legge che è fatto per vedere la “relazione all’esposizione a fattori di inquinamento ambientale e piano mirato di comparto sui lavoratori delle affinazioni nelle zone industriali di Civitella ed Arezzo”, cioè se esistono connessioni scientifiche sull’incidenza delle leucemie e di altre patologie tumorali nell’area (che sono più alte del valore considerato normale, NdR) e le attività industriali e l’inquinamento prodotto dagli impianti.
Questa ricerca parte da un “numero di casi superiore alle medie nel periodo 2001-2005 per le leucemie, l’enfisema polmonare nei maschi ed i tumori della lingua (di cui ce ne sono stati tre casi, NdR)” e dal sospetto che questo sia relazionato ad “una possibile esposizione della popolazione residente nella zona ad inquinanti ambientali.”
Da anni quest’area industriale è al centro di polemiche e il Comitato per la tutela della Valdichiana più volte ha denunciato il forte impatto ambientale che, come nel caso dell’ampliamento dell’inceneritore, si avrebbe in una zona già contaminata dagli scarichi dei grandi impianti industriali come la Chimet o lo stesso inceneritore.
E su questo Fabio Roggiolani, ex Presidente della Commissione Regionale sulla Sanità, spiega che “mentre con certezza gli sforamenti epidemiologici si notano a Badia al Pino, Tegoleto e Pieve al toppo non credo che saranno rintracciabili a San Zeno a causa della esiguità della popolazione residente che in più fortunatamente risiede in collina molto meglio ventilata della pianura; chi lavora vi lavora solo alcune ore al giorno e non è possibile individuare una platea certa di riferimento statistico.”
Sono più di due anni che si progetta di fare di San Zeno un grande polo tecnologico e industriale che ridia smalto alle imprese e sia da volano per l’economia cittadina, ma investire non significa soltanto impegnare i soldi pubblici in un’opera: investire è creare posti di lavoro e lavoro implica che ci siano persone a farlo.
“L'area è carica si inquinamenti provenienti da varie fonti e l'intelligenza vorrebbe  non si insistesse a caricarla ad esempio con il raddoppio dell'inceneritore, dato che esistono nell'area aziende di recupero metalli di varia dimensione ed entità…” spiega Roggiolani “L'inceneritore è uno dei migliori in Toscana e i controlli sulle emissioni sono molto più confortanti di altre strutture,ma oggi è oltretutto antieconomico insistere.”
25/11/2011

12.08.2012

Studenti e affitti in Aretium


Arezzo ospita da 42 anni, dal 1969, un distaccamento dell’università di Siena, ma non è mai diventata una vera città universitaria.
Sotto molti punti di vista avere i distaccamenti dell’università di Siena nel nostro territorio è una benedizione e genera molti profitti a tutti i settori produttivi, ma come accogliamo gli studenti fuori sede?
Il loro primo impatto con la città è per la ricerca della casa in affitto tra bacheche in biblioteca, agenzie, annunci sul giornale e online.
“Delle case sfitte so che si hanno dati certi. Dovrebbero risultare dall'Ufficio tributi. La dimensione del fenomeno però, per quanto esorbitante, mi sembra di ricordare 1.600 appartamenti, andrebbe guardata anche sotto la lente dell'evasione..” afferma l’Assessore Michele Colangelo, che però ricorda “Questo è uno di quegli argomenti che non ho affrontato, neanche per la parte di mia competenza. Lo metterò in agenda…Chissà che non si possa fare una piccola task-force per andarle a scovare. Il costo medio, comunque sembra in calo, stante la grande disponibilità di case che tendono a mitigare i prezzi.”
Guardando le tantissime offerte, per una camera o un appartamento via internet mi accorgo che ha ragione: i prezzi sono diminuiti, ma leggo anche che in pochissimi annunci si cita “regolare contratto”; meno ancora danno l’indicazione precisa dell’indirizzo: Arezzo è piccola, ma “Centro Storico” è vago anche per chi è appena arrivato in città.
I prezzi per una camera variano molto: si passa da “condominio mensile € 35.00. a schiera zona via romana. € 300,00 compreso acqua, luce…” [NdR: i puntini di sospensione sono dell’annuncio e non specifica altre spese] a due camere doppie in piazza grande per € 800 o ad una camera singola in un appartamento di 75 mq per 360€, ma comparando i prezzi con quelli delle vicine Siena e Firenze gli annunci non sono così convenienti, considerando anche la diversa vitalità che offrono le altre città..
“Io sono stata in 3 case diverse, due con contratto e quella attuale in nero!” racconta una studentessa fuori sede che vive nella nostra città “pagavo 240 € escluse spese in centro storico, 220€ escluse spese a Saione e ora 240 € incluso il riscaldamento davanti all'anfiteatro romano..diciamo che questa è la soluzione più economica perché il riscaldamento è la cosa che costa di più soprattutto se non risulti residente in quella casa! difficoltà non ne ho mai avute perché la prima casa era di un mio amico, la seconda e la terza avevano l'annuncio all'Informagiovani! Trovare coinquilini nel caso in cui si liberi qualche stanza è un po' più complicato perché giustamente vorresti quello giusto che però arriva subito che resta tanto tempo..e non è sempre così rosea! Però lo trovi perché comunque c'è abbastanza movimento.”
Martina invece, che si è laureata e non vive più ad Arezzo, racconta che “pagavo 250 euro più spese, in centro e casa bellissima e nuovissima ed ero fortunata! Più o meno i prezzi si aggiornano intorno a quella cifra ma a volte trovi anche case più vecchie! Ho trovato abbastanza facilmente chiamando un po' di numeri presi dalla bacheca in facoltà, se no l'alternativa è prendere numeri all'Informagiovani...Avevo il contratto serio.”
La casa dello studente di via Laschi, dietro l’ospedale, è un’alternativa valida ma ha solo 24 camere singole e un appartamento da due camere, attrezzato per portatori di handicap; “Nella casa dello studente so che si vive bene” raccontano sempre le due intervistate “perchè hanno la camera singola con il bagno in camera. Le camere son ben riscaldate e hanno degli spazi comuni per guardare la tv e una cucina per piano. L'unico problema è che ci sono pochissimi posti e che si trova un po' lontano, visto che è dietro il Pionta, però è comodo per il pranzo perché per andare a mensa solo a pranzo devono solo attraversare la strada...mentre per cena devono arrivare fino al dopolavoro ferroviario in stazione.”

12.06.2012

Homo homini lupo


Nel canile municipale di Arezzo, uno dei 10 della provincia, sono ospitati all’incirca 240 cani costantemente..e dopo le vacanze estive?
Si sa che l’estate è il momento di maggior abbandono degli animali domestici, cani o gatti che siano, e non c’è campagna pubblicitaria che possa eliminare questo triste fenomeno, anche se i dati a livello nazionale indicano che quest’anno si è avuta una riduzione dell’abbandono di cani: solo 81mila dei migliori amici dell’uomo hanno subito la sorte di “Lilli e il vagabondo”.
Per i gatti, data la mancanza di sistemi di controllo come tatuaggi e microchip, la stima è più difficile, ma giudicando dalle segnalazioni sono molti gli italiani che si annoiano di avere un animale domestico in casa quando devono andare in vacanza.
Nella nostra città i dati non sono incoraggianti, anche se LAV, ENPA e volontari fanno di tutto per sensibilizzare gli aretini alla cura costante degli animali: dai flash mob alla distribuzione delle informazioni sulle pensioni e gli hotel dove accettano gli amici a quattro zampe, all’autotassazione per sostenere le spese veterinarie degli animali senzatetto..
Eppure nella nostra provincia il sito del Ministero del Turismo ( www.turistia4zampe.it )segnala 47 strutture tra hotel, ristoranti e agriturismo che accettano principalmente cani e altri animali; addirittura ci sono più di una decina i ristoranti che permettono l’ingresso ai nostri amici a quattro zampe; inoltre ci sono anche le pensioni per animali e molti veterinari stessi offrono questo servizio, anche se i prezzi sono alti..
Se proprio non si può portare il proprio animale domestico in vacanza, magari è un pesce rosso o una tartaruga, c’è sempre la possibilità di chiedere a amici e parenti, o di pagare qualcuno, affinché abbiano tutto quello di cui hanno bisogno, evitando loro un lungo e caldo inferno mentre siamo al mare a rilassarci.
Per ogni cane abbandonato si stima che la struttura che lo accoglie debba pagare, per provvedere ai bisogni primari, alla sterilizzazione, ai vaccini e ad eventuali spese mediche, circa 1000 euro l’anno; è la stessa cifra da cui parte la multa per i proprietari che abbandonano un animale e che può arrivare a 10mila €.
La legge, pubblicata a fine luglio 2004, prevede anche altri reati contro gli animali, dal maltrattamento all’uccisione al divieto di combattimento tra animali, che prevede sanzioni per “Chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l'integrità fisica è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro”. 
Una campagna provocatoria chiede il patentino anche ai padroni dei cani, non solo il certificato dell’addestramento compiuto per l’animale, ma è così difficile prendersi cura di un cucciolo anche quando cresce?
La pagina web delle adozioni del canile municipale è una serie di più di 200 foto strappalacrime con sotto i nomi dei cani abbandonati; le descrizioni che ci sono su “Canile qua la zampa di Arezzo” sono lo specchio di come usiamo le cose, gli animali, le persone: maltrattamenti costanti, tentativi di uccisione, surrogati di figli poi abbandonati al momento dell’arrivo del bebè..eppure è così bello vederli sfilare tutti puliti e pettinati in occasione della mostra canina in Fortezza!
“Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro” stessa pena per “chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze"  dice la legge, mentre ogni 6 mesi si legge di un nuovo traffico illegale di cuccioli sgomitato lungo l’autostrada, affollando i canili. La maggior parte degli animali abbandonati muore prima di arrivarci: l’80% (dati LAV, NdR) viene ucciso dalla fame, dalla sete, dai bocconi avvelenati o da incidenti stradali; solo alcuni fortunati riescono ad arrivare nelle braccia dei volontari e poi, forse, a trovare una nuova famiglia che li accolga.

12.04.2012

La qualità dell’aria


Dato che nel comune di Arezzo ci sono 100.212 abitanti e secondo l’Arpat, ente che misura la qualità dell’aria nella nostra città, ci sono mediamente 322.000 spostamenti al giorno lungo le nostre strade, abbiamo un problema.
Certo non è grave come quello di altre città, ma leggendo il rapporto annuale sulla qualità dell’aria nella nostra città un po’ di dubbi sorgono.
Per il 2010 gli spostamenti nell’area urbana sarebbero stati circa 220.000 al giorno, ma nelle arterie principali si ha un traffico costante, di cui solo il 2% è dovuto a mezzi pesanti come i camion: per Via Romana circolano in media 38.900 veicoli al giorno, lungo la Casentinese se ne hanno 25.900, per Via Fiorentina ne passano circa 22.300 e nella tangenziale si arriva a 36.400 veicoli al giorno; se consideriamo invece strade cittadine come Viale Michelangelo vi troviamo un flusso di circa 28.700 veicoli al giorno, mentre in Via Tarlati solo 14.500.
Gli spostamenti in autobus sono in lento ma costante calo da anni e Tiemme (la società che ha sostituito Atac, NdR) dichiara che siano stati nel 2010 “4.351.107” e si riferisce sostanzialmente a spostamenti sistematici.
Cosa c’entra questo con la qualità dell’aria? È presto detto: ogni mezzo che passa emette dei gas, i cui composti restano nell’aria...si sente dall’odore e dalla facilità a respirare: quant’è meglio l’aria in Pratomagno?
Ci sono molti elementi che permettono di stabili scientificamente se l’aria di un determinato luogo è salubre o no, tant’è che sono stati dati dall’Unione Europea dei limiti oltre i quali la presenza di alcune sostanze è dannosa per la salute dell’essere umano, e non solo, e che non potrebbero essere superati; uso il condizionale perché a leggere il rapporto dell’Arpat questi limiti, sebbene entro le concessioni legislative, sono stati superati nella nostra città ben più di una volta. Le misurazioni sono effettuate principalmente in Piazza della Repubblica, davanti la stazione, in Via Fiorentina e in Via dell’Acropoli, cioè tra via Giotto e Porta S’Andrea e hanno dato questi risultati: nel periodo natalizio c’è stato, dovuto anche alle condizioni metereologiche, un accumulo eccessivo di PM10 in città, che in generale c’è meno benzene nell’aria, ma troppo biossido di azoto.
Per PM10 si intende una polvere inalabile, in grado di penetrare nel tratto respiratorio superiore dal naso alla laringe, mentre le particelle fra circa 5 e 2,5 µm, tra cui il benzene, si depositano prima dei bronchioli; queste polveri possono causare patologie acute e croniche come asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori e problemi all’apparato cardio-circolatorio poichè aggravano nei soggetti predisposti.
L’Arpat scrive che “situazioni di criticità sono da riferirsi al biossido di azoto nelle zone maggiormente interessate dai flussi veicolari” e che nelle “zone fortemente interessate al traffico di P.za Repubblica e di Via Fiorentina” il rilevamento “finalizzato alla protezione della salute umana” è critico per la “media annuale; presso la stazione il valore limite è stato superato (+ 12 %), mentre in Via Fiorentina è stato di poco rispettato (- 2,5 %)” ed è così dal 2005.
Leggendo i dati degli eccessi dannosi si nota che cadono nei giorni di shopping frenetico, come dal 19 al 21 e dal 29 al 31 dicembre, anche se a febbraio e marzo si ha un nuovo picco di concentrazione nociva per la salute in giorni casuali; i livelli più rappresentativi di benzene sono registrati nelle postazioni “direttamente interessate dai flussi veicolari” come Piazza della Repubblica, “i cui valori sono poco inferiori al limite (- 13 %)” e “che la distribuzione spaziale dei livelli più critici degli inquinanti dell’aria riguarda sostanzialmente le zone dell’area urbana caratterizzate da maggiori flussi veicolari”.
L’Arpat poneva le sue speranze nel servizio Lancetta, attivato quasi un anno fa, e nell’utilizzo dei parcheggi semi-periferici, per alleggerire sia le strade che i parcheggi aretini..ma servono politiche chiare di lungo periodo ed una vera educazione ambientale per i cittadini.
07/10/2011

12.03.2012

Cabaret aretino su Sky: con Metropolis è una realtà


Metropolis, il nuovo programma comico di Comedy Central in onda in prima serata, avrà come ospiti fissi l’aretinissimo trio PROGILDAN.
Registrando 10 puntate su 10 i tre comici, noti anche come Daniele Marmi, Cristian Materazzi e Gilberto Pellegrini, saranno una presenza costante nello show novità dell’inverno 2012/13; Omar Fantini, che torna nel piccolo schermo dopo il successo travolgente di Central Station, sarà il conduttore di Metropolis insieme a Melita Toniolo.
Da giovedì 6 dicembre, sul canale 122 di SKY, la scoppiettante coppia porterà grazie a Comedy Central i comici più divertenti, ed anche emergenti, del panorama italiano nelle case nell’amato stivale; nel cast d’eccezione i PROGILDAN si distinguono come alcuni tra i pochi comici ad essere sempre presenti in ogni puntata.
Il programma andrà in onda in replica anche su Cielo e MTV: i PROGILDAN dal palco dell’Aurora ne hanno fatta di strada.
Infatti i PROGILDAN iniziano la loro avventura nel 2007 con alcune serate in un contest comico aretino e con i loro sportivi anticonformisti, vincono diversi premi e riconoscimenti nei più importanti concorsi per comici italiani e a San Marino, ma non si fermano lì: entrano a far parte della scuderia dell’agenzia Ridens Managment , una delle due più importanti in Italia, che annovera tra le proprie fila comici del calibro di BAZ, Paolo Cevoli, Fabrizio Fontana, Giuseppe Giacobazzi, Marco dallaNoce, Paolo Migone, gli Emo, I Fichi d’India, ecc...
Dalla loro nascita da oggi realizzano due spettacoli (Provette e Provette 2), organizzano 12 serate di Mald’estro Cabaret a Montecatini; registrano 2 stagioni di Zelig Off (2009 e 2011) e Panchine Progildan, ovvero 10 pillole comiche andate in onda su Teletruria, registrano la stagione 2010 di Central Station ed entrano nel cast fisso di Metropolis.

Riconoscimenti:
  • 2° premio al concorso di cabaret di Pistoia (2008)
  • Premio Alberto Sordi e menzione d’onore, 2° posto, al Concorso Nazionale Faenza cabaret (2009)
  • Terzo posto al concorso nazionale “Lo Comix” a San Marino (2009)
  • Delfino d’oro, ovvero il primo premio, al concorso Adriatica Cabaret di Lanciano (2009)
  • 2° posto al concorso nazionale “Bellaria comics” a Igea Marina-Bellaria (2009)
  • Finalisti al concorso di Cabaret di Martina Franca
  • Vincitori del concorso “Razza Ridens”, live a Faenza e in onda anche su Comedy Central (2011)

12.02.2012

Sagre: Il compromesso che non c’è


“C’è un regolamento, una bozza che fu bocciata in commissione nel 2008 e che ora è la base di partenza” L’assessore alle attività produttive, Michele Colangelo, inizia così a fare il punto sulla situazione delle sagre ad Arezzo. Molto prima che sorgesse il comitato anti-sagre, gli assessori Giunti prima, e Caroti poi, avevano tentato di regolamentare questi eventi e avevano stilato una bozza di regolamento concordata con tutte le associazioni di categoria.
Questa bozza non ha mai visto la luce ed è da lì che l’assessore Colangelo riparte oggi, per cercare di trovare un accordo con le associazioni di categoria e porre un freno al fenomeno della sagra selvaggia, che non ha più “lo scopo sociale per cui era stata istituita”.
“è importante avere un regolamento” prosegue l’assessore “perché servono regole che coordinino queste manifestazioni: ho inviato agli attori del territorio la bozza a cui erano giunti 3 anni fa, ma la contestano anche se l'avevano approvata a suo tempo…Le sagre sono importati sia per pubblicizzare le tipicità del territorio che come strumento di aggregazione sociale soprattutto per i territori geograficamente marginali, quindi vanno sostenute, ma allo stesso tempo anche limitate per rispetto agli operatori economici presenti...la sagra della Battitura di Ruscello ha comprato, e non è l’unica, delle ambulanze: questo è un esempio di ricaduta nel territorio della sagra che ha utilità sociale”.
Un problema di questi eventi è che emettono ricevute interne che non sono scontrini e che esulano dalle normali tassazioni per il servizio ristorazione e non sono rendicontate, così come non lo è la predominanza dello scopo sociale che andrebbe rendicontato anch’esso affinché sia garantito l’investimento del ricavato nel territorio. Con un’incremento sostanzioso delle sagre e una copertura nel calendario praticamente costante in tutta la provincia, gli operatori sociali chiedono un regolamento rigido, mentre le associazioni lo rifiutano; il compromesso, dice Colangelo, deve passare prima dalle forze politiche che sono restie a prendere posizione in un settore tanto delicato.
“Ieri [venerdì 23 settembre, NdR] ho incontrato le associazioni di categoria, presentando loro il testo che avevano approvato insieme alla vecchia amministrazione comunale e ai rappresentanti delle sagre, ma per arrivare ad un regolamento servono volontà e lavoro comune di tutti gli attori politici del territorio; anche perché mi sfuggono i motivi e i vantaggi di un’assenza di regolamentazione, di un’anarchia che non fa bene a nessuno.”
Mancano i dati e le statistiche delle presenze, dei guadagni e delle spese: “non arrivano dati certi al comune, non c’è rendicontazione e mancano gli elementi tecnici per poter valutare le sagre una per una, così come mancano nel settore turistico dove non c’è un osservatorio che controlli la destinazione dei flussi se esulano dal pernottamento in strutture medio-grandi che riportano ai dati alla Questura: mancano gli strumenti di misurazione dell’effetto che hanno sul campo le scelte politiche fatte.”
Le sagre, il cui numero nel nostro territorio è imprecisato, non hanno valori economici registrabili “in termini di PIL cittadino perché nascono con scopi sociali e è questa caratteristica che devono mantenere, non devono diventare strumenti di pressione politica slegate dal territorio e da motivazioni sociali, con una durata imprecisata...è un quadro che si sta componendo, ma non sono state affrontate tutte le questioni in ballo.”
30/09/2011