1.03.2013

No news today, just thoughts

For me Christmas came early this year :
it's been a strange month December 2012; between the assumed end of the world, graduations, new and old friends, and family the days passed by as it they were double and shorter at the same time.
Changing town like I did last year, i lived in 4 different cities in just one year, was a challenge, was funny and made me grow, but it was this month the moment i really needed.
Christmas came early to me.
As I don't believe in coincidences I had the most wonderful gift someone like me can receive and, even if it took me all this time to realize this simple thing, 2012 took me a bunch of friend I can't live without.  "no man is an island" says "About a Boy" but it's easier to live like that. Well, I've been shaken, me han traido fuera de mi concha: when i least expected to find people that mattered something, when I was just hanging to my few old sure friends, I find myself willing to trust, know and invest.
Christmas came early to me.
I discovered again the importance of people I loved, I saw myself as they see me, I changed what I didn't like and made me feel not good.. well, not all, I can't save the world in one day!
But i really tried to bring a piece of Murcia, Rome and Brighton in my life here and when I actually live as I was there, I make my day.
"Happiness is real only when Shared" A.S.
I'm not someone who make promises, one, the scout one, it's more than enough; I alway say too many things, many of them 'cause i mean them in that moment, but then they just fade away.. Now it's not time to do new year's empty promises, it's time to remember that one year is made by 365 day and some hours and there's no need do live a long and empty life, but the hard truth is that we can add life to everyday with simple easy little things. No more running, let's take our time to read, hug, smile and laugh. Everything else will follow.
I don't wanna live a century to wait in realizing dreams, hopes and trips: I wanna really live everyday like I was still in Erasmus discovering thing, confronting challenges and with no fear.
Christmas came early to me,
I hope I wasn't the only one.


12.20.2012

“no al raddoppio dell’inceneritore, ma tutela del patrimonio pubblico”


Il vicesindaco spiega il proprio punto di vista sulla delibera che la scorsa settimana ha diviso la Giunta: «In realtà si trattava delle convenzioni che disciplinano i rapporti tra Aisa e Comunità d’Ambito [chi organizza, ha affidato e controlla il servizio di gestione integrata dei rifiuti nell'Ambito Territoriale Ottimale o l’ATO (N.d.R.)] in relazione alla gestione degli impianti attualmente esistenti e alla valorizzazione  del patrimonio pubblico, quindi...erano previste dallo schema dell’ATO relativa agli impianti che rimanevano fuori perimetro di gara, tra questi per l’appunto il termovalorizzatore, l’impianto di compostaggio e di selezione di San Zeno».
Gasperini spiega così la sua proposta, arrivata al pubblico in modo distorto con un piano da 115 milioni di euro: «queste convenzioni servono per disciplinare i rapporti tra l’ATO e AISA in relazione...ai rifiuti come avviene fino a oggi; riguardava gli altri atti della programmazione provinciale, della pianificazione dell’ATA: è stato previsto di raggiungere dei livelli di raccolta differenziata» e che la residua venga portata «a recupero energetico attraverso l’impianto, anche, termovalorizzatore e questa è la programmazione, a prescindere di quello che fa il Comune, che prevede un impianto di 75mila tonnellate» ma questo era già nella programmazione provinciale sui rifiuti e nel piano straordinario dell’ATO della Toscana meridionale, non nella delibera di Giunta dei giorni scorsi, ribadisce Gasperini, «io il piano da cento milioni per l’inceneritore non so dove sia stato visto, la giunta ha deliberato delle convenzioni che tutelano il patrimonio pubblico...in totale coerenza con l’atto d’indirizzo approvato all’unanimità dal consiglio comunale nel 2009» seguendo il programma elettorale come nella «costituzione dell’attuale maggioranza che governa il comune.»
Resta un punto saldo dell’amministrazione la valutazione dell’impatto sanitario, inserito all’interno del capitolato di gara e nella delibera, come garanzia per la realizzazione dell’impianto; «adesso c’è la gara in atto per il servizio di raccolta nella Toscana meridionale….andremo avanti con le procedure di valutazione dell’impatto sanitario».

12.18.2012

Regolamento Urbanistico: qualche dettaglio in più


Per chi come me conosce poco questa materia, il Regolamento Urbanistico è il piano che dovrebbe gestire per cinque anni l’applicazione del piano strutturale, ovvero il piano, già approvato da un pezzo, e già operativo, che individua le grandi aree di intervento nell’area cittadina, rimandando poi gli interventi veri e propri ai singoli piani per le vari zone della città, senza dare indicazioni precise.
Il Regolamento Urbanistico è in cantiere dal 2007 quando un centinaio di cittadini, divisi in 7 gruppi di lavoro e residenti in diverse zone del territorio, sono stati chiamati a “partecipare all’approfondimento di un tema di interesse collettivo che sarà centrale nella costruzione del prossimo Regolamento Urbanistico: la qualità dello spazio pubblico.Dagli incontri sono emerse molte indicazioni che sono state restituite ai tecnici che stanno lavorando alla redazione del Nuovo regolamento Urbanistico.” [tratto dal sito del Comune, Giugno 2008, NdR]
Su questo piano urbanistico, approvato il 23 marzo dello scorso anno, sta lavorando adesso il Consiglio Comunale, anche se i primi problemi erano sorti subito dopo l’approvazione, quando l’Ordine degli Architetti, quello degli Ingegneri ed il Collegio dei Geometri avevano manifestato, in una nota congiunta, preoccupazione per il confronto che era mancato con l’amministrazione per la revisione dello stesso.
L’ingegner Fazzi, vice Presidente vicario dell’Ordine degli Ingegneri aretini, ci dice che la critica principale che viene mossa al Comune per questo che è un’intervento di impatto per la città è che “si è fatta poca urbanistica, non è stata progettata la città del futuro”: infatti “di novità per il regolamento edilizio non c’è niente, c’è un lavoro che l’amministrazione sta svolgendo su sollecitazione di varie componenti sociali” che hanno chiesto una revisione del regolamento urbanistico tecnico perché, secondo loro, “presenta notevoli criticità applicative...Quello che non ha soddisfatto gli ordini professionali, e in special modo gli ingegneri, è che è stata fatta poca urbanistica...ma si sia semplicemente indicato delle grandi aree dove intervenire, senza dare però un indirizzo ben preciso, cosa che dovrebbe svolgere il ruolo politico dell’amministrazione.”
Il Vice Presidente vicario dell’Ordine spiega, per esempio, che hanno sollevato il problema dell’area Lebole, per invitare l’amministrazione a valutare quell’area “inserita in un comparto ben più ampio” che va dalla zona dell’ex fabbrica stessa, passa attraverso tutta l’area di Pratacci, comprendendo anche l’area dell’ex Gori-Zucchi e arrivando a quella che è l’area del cementificio, quindi un’area complessivamente molto ampia, con un’enorme spazio che presenta problematiche molto diverse tra loro; una tra tante è quella della zona Pratacci che è in forte crisi dal punto di vista economico in quanto non c’è più quello che ne era il tessuto principe, ovvero il commercio all’ingrosso.Quest’area molto vasta deve andare a collegarsi, continua l’ingegner Fazzi, “funzionalmente e serve uno studio generale e preliminare più completo secondo noi” perché, deve si devono considerare e tentare di risolvere le esigenze delle diverse aree.
“Questa è una delle critiche fondamentali che abbiamo posto” spiega “ma non siamo ora a conoscenza, sinceramente, di quella che è l’evoluzione che in questi giorni, in questi ultimi tempi sta avendo [il regolamento urbanistico,NdR]; oggi ho letto sul giornale che parte l’area commerciale nell’area Lebole, ma sembra un po’ che si proceda a strappi, senza avere preliminarmente un piano organico e una visione globale della città”, ovvero del suo futuro.

12.16.2012

I saldi visti da Paolo Mantovani


Paolo Mantovani, presidente della Federmoda di Confcommercio Arezzo e membro della Camera Nazionale Buyers della moda, illustra la situazione dei saldi nella nostra città a pochi giorni dalla loro fine.
Come sono andati questi saldi invernali?
L’andamento è stato simile alla scorsa stagione perché, nonostante sia un momento di flessione, il fatto che nella prima parte dell’inverno ci sia stato un clima mite ha spinto gli acquirenti a rimandare le compere, mentre, al contrario, la congiuntura economica ed il freddo hanno favorito la vendita degli articoli d’abbigliamento invernale durante i saldi.”
Continua poi ipotizzando, visto che i saldi non sono finiti, che sia “più probabile che il fatturato del volume globale delle vendita sia aumentato al 20%, rispetto al 18% dello scorso anno… Credo che la situazione aretina sia simile al resto d’Italia: non sembrano esserci stati né aumenti né decrementi in confronto alle altre città e, inoltre, è meno condizionata dai flussi turistici quindi le vendite sono meno altalenanti, mentre l’anticipazione ed il prolungamento, invece, sono stati meno influenti rispetto al clima e della congiuntura economica.”
La situazione nei prossimi giorni, sostiene, sarà tranquilla grazie ai primi giorni di tepore e alla notevole diminuzione degli stock, anche perché “i clienti sono più selettivi: disponendo di meno soldi acquistano maggiormente abbigliamento, calzature e tecnologia”, quest’ultima “in forte espansione in Italia; il comparto della moda è stato premiato nel settore stagionale… Si è consolidata durante questi saldi la forbice esistente tra i negozi di alta gamma e quelli di fascia bassa, con buone performance o nella fasce più costose, quelle meno toccate dalla crisi, o nelle fasce più economiche, che sono di assoluta concorrenza.”

12.14.2012

Responsabilità, cultura e politiche sociali: la mafia si combatte così.


È questa la proposta di Don Luigi Ciotti per combattere le mafie e l’illegalità, formula che ha presentato venerdì pomeriggio a chi ha assistito alla sua lezione di legalità alla Borsa Merci.
Don Ciotti è presidente di Libera, associazione che dal 1995 si propone di combattere l’illegalità in Italia attraverso l’educazione per ottenere un cambiamento etico, sociale e culturale nel nostro paese e risponde così ai chi gli chiede di raccontare il fenomeno mafioso in Italia: “Sono 50 anni che la mafia è presente al nord Italia… come testimoniano i casi dei comuni di Bardolecchia, nell’estremo nord verso la Francia, e Bordighera che sono stati commissariati per infiltrazione mafiosa», oppure il caso della la mafia del Brenta:«nel distretto di Venezia  50 imprenditori facevano affari con i clan della Camorra, a Treviso c’è la rappresentanza della famiglia Provenzano…non c’è regione italiana che, pur con accenti e colori diversi, non sia colpita da questo fenomeno...oggi più che mai, perché in questo periodo di crisi economica le mafie fanno da banche investendo in società, piccole imprese e fungendo da sedi finanziarie.»
Sulla relazione tra mafia e riciclaggio di denaro sporco cita il rapporto di Banca Italia di qualche mese: «la quota di gioco del crimine organizzato è del 30-35%, mentre il restante è dovuto ad altre forme di illegalità che ne fanno parte…C’è bisogno dell’intervento degli organi competenti» ma, prosegue, «anche noi come cittadini siamo chiamati ad alzare le antenne, ad essere più vigili e a fare la nostra parte» perché con i nostri gruppi possiamo «portare un contributo per il cambiamento...L’impegno è contro qualunque forma di illegalità» che coinvolge anche i mercati degli stupefacenti, della prostituzione e del riciclaggio dei rifiuti che sono, continua Don Ciotti, circuiti criminali mafiosi, così come lo sono le forme di usura o il traffico delle sostanza dopanti; «è tutta una lettura più ampia che parte da reati e da situazioni di fragilità nei vari territori, che si risale poi anche ai giochi criminali mafiosi… l’altro grande cancro è la corruzione»: proprio venerdì mattina Libera ha consegnato al Presidente della Repubblica un milione e duecento mila cartoline che chiedono l’adeguamento della normativa nazionale sulla corruzione alla convenzione di Strasburgo del 1999; questa prevede di disciplinare i meccanismi che dimostrino i reati di corruzione che, ricorda Don Ciotti, insieme alla mafia, al riciclaggio e all’evasione si stima abbiano un fatturato di circa 560 miliardi di euro...e poi non ci sono i soldi per le fasce deboli, per le politiche sociali, per chi fa più fatica..bisogna andare a prenderli lì i soldi».
L’attivista della legalità cita poi la «perniciosa illusione» del “profeta Paolo Borsellino” perché «ci vuole una continuità, maggiore attenzione, maggior investimento e prendere coscienza che la forza delle mafie sta fuori dalla mafia: la mafia è forte perché di avvale di quelle collaborazioni, di quelli appoggi, meccanismi con segmenti del corpo sociale, della politica e della finanza...le mafie hanno cambiato volto, strategie: sono liquide»
La lotta alla mafia deve essere nostro impegno e nostra responsabilità: è un problema di democrazia perché se la democrazia è pallida e la politica è debole, le mafie sono molto forti; «la democrazia, prosegue, «ci consegna due doni: la dignità umana e la giustizia, ma senza responsabilità la democrazia non starà mai in piedi...responsabilità che chiediamo allo stato, alle istituzioni, ma che anche noi come cittadini siamo chiamati ad assumerci. Il cambiamento ha bisogno anche di noi...e si attraverso le politiche sociali, il lavoro per i giovani, le politiche per la famiglia: creando una serie di condizioni di fermento sociale e culturale sul territorio, perché è la culturale che da la sveglia alla coscienze del nostro paese.»
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12.12.2012

“I Figli degli Uomini” realtà o fantascienza?


Quando si parla di aborti e di abbandoni di solito lo si fa attraverso pregiudizi, buon senso, fede religiosa e credenze popolari, ma per la maggior parte di noi sono problematiche lontane, che entrano nelle nostre case solo attraverso i mezzi di comunicazione che, di tanto in tanto, ne parlano.
Se si leggono i dati nel loro complesso, si può notare che dal 2000 al 2010 il numero di nascite è aumentato e si è mantenuto intorno a 850 bambini l’anno, ma è solo un lato della medaglia: dall’inizio del nuovo millennio in dieci anni si è casi quintuplicato il numero di bambini nati da almeno un genitore straniero, passando da 52 nel 2000 a 246 due anni fa, mentre resta quasi invariato il totale delle nascite. Gli aborti, ovvero le interruzioni volontarie di gravidanza, sono diminuiti nel corso di questo decennio, ma solo per le statistiche: su 1000 donne in età fertile nel 2010 ha abortito solo un 8,36% contro un 9,02 d’inizio millennio, in linea con l’andamento a livello regionale.
In realtà il numero di aborti volontari è sceso solamente di 10 unità, passando da 664 del 2000 a 654 nel 2010: perché allora le percentuali si abbassano? Semplice: le statistiche sono legate al numero di donne in età fertile che vivono ad Arezzo, ovvero tutte quelle che hanno dai 15 ai 49 anni.
Nonostante l’andamento positivo delle nascite e quello negativo delle interruzioni di gravidanza dell’ultimo decennio, solo nel 2010 su 1539 donne che sono rimaste incinta nel nostro territorio il 42,49% ha deciso di ricorrere all’aborto; escludendo le motivazioni personali e la mia opinione sul tema, leggendo questi dati ci sono alcune sfumature che vale la pena sottolineare: il dato statistico sulle interruzioni di gravidanza è calcolato considerando donne in età fertile le ragazze dai 15 anni in su, c’è un aumento considerevole del numero di bambini nati da almeno un genitore straniero, nel ‘XXI secolo’ ancora si muore nel primo anno di vita e ci sono ancora casi di abbandono al momento della nascita.
Quest’ultima casistica è legata al progetto “Mamma segreta”, servizio offerto dalla Usl alle mamme che non vogliono abortire ma che non possono tenere i bambini, di cui io, pur essendo considerata nella fascia di età fertile per età e sesso, non ero a conoscenza fino all’inizio della mia ricerca per questo articolo; com’è possibile che ci siano servizi non sponsorizzati che potrebbero essere d’aiuto alle donne o una valida alternativa all’aborto? I casi di abbandono alla nascita che sono stati registrati dal 2007 a questo dicembre sono stati solo 10, mentre sono 7 i bambini morti nel primo anno di vita, cosa per me inimmaginabile oggigiorno come potrebbe essere morire di parto..
Un altro dato che mi rende perplessa è l’inclusione delle ragazze dai 15 ai 18 anni nelle statistiche sull’interruzione spontanea di gravidanza, perché, essendo minori, anche se in età fertile, dovrebbero essere considerate una categoria a parte; l’essere nella statistica implica che ci siano ragazze che abortiscono a 15 anni? Questo dato unito alla segnalazione della Usl che negli ultimi anni è aumentato il numero di persone nella nostra provincia che hanno contratto l’HIV mi lascia perplessa: non è prevista una campagna di informazione nelle scuole per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e di gravidanze indesiderate? Prevenire è meglio che curare, ricorda la saggezza popolare..
E in questo caso curare significa una media di 676 interruzioni di gravidanza all’anno, senza considerare i dati sull’utilizzo della pillola del giorno dopo, distribuita direttamente al pronto soccorso o al consultorio, mentre per l’HIV non ci sono cure..
“I Figli degli Uomini” resterà un solo un film o diventerà realtà?

12.10.2012

Persone, dati e progresso


Dato che l’area di San Zeno è uno snodo problematico per la nostra città sotto tanti punti di vista, dal traffico all’inquinamento dell’aria e del suolo, speravo che i risultati dello studio sulla popolazione iniziato più di un anno fa e ora teoricamente concluso, aiutassero a inquadrare il futuro di questa zona industriale prima ancora che si chiamassero cittadini e imprese ad investirci ancora. Così non è stato, perché il Comune, le categorie economiche e le imprese si sono ritrovate la sera del 2 novembre scorso per discutere del “progetto di riqualificazione dell'area industriale di San Zeno”. 
Il Comune ha infatti partecipato ad un nuovo bando per intervenire nella zona, ma sui 2 milioni e mezzo di euro previsti per il progetto, a causa del patto di stabilità, 562.000 euro dovranno essere a carico delle imprese e di tutti i potenziali beneficiari della ristrutturazione e dovranno essere reperiti entro fine mese per far partire i lavori in tempo entro il nuovo anno; il progetto è lodevole e si tratta di rifare e potenziare l’illuminazione pubblica con tecnologie innovative, sistemare strade e marciapiedi, predisporre nuovi parcheggi, estendere la rete idrica e collegarla con l'acquedotto comunale, distribuire la rete di idrogeno e della fibra ottica in tutta l'area, ecc..
Ma se lo studio sulla salute della popolazione non è stato ancora pubblicato, doveva essere finito entro la fine di settembre, in base a cosa si è scelto di continuare ad investire in un’area industriale che presenta da anni problemi di inquinamento?
Nelle premesse di questo studio patrocinato da Regione, Provincia, Asl 8 e i Comuni di Arezzo, Civitella e Monte San Savino che partito anno scorso si legge che è fatto per vedere la “relazione all’esposizione a fattori di inquinamento ambientale e piano mirato di comparto sui lavoratori delle affinazioni nelle zone industriali di Civitella ed Arezzo”, cioè se esistono connessioni scientifiche sull’incidenza delle leucemie e di altre patologie tumorali nell’area (che sono più alte del valore considerato normale, NdR) e le attività industriali e l’inquinamento prodotto dagli impianti.
Questa ricerca parte da un “numero di casi superiore alle medie nel periodo 2001-2005 per le leucemie, l’enfisema polmonare nei maschi ed i tumori della lingua (di cui ce ne sono stati tre casi, NdR)” e dal sospetto che questo sia relazionato ad “una possibile esposizione della popolazione residente nella zona ad inquinanti ambientali.”
Da anni quest’area industriale è al centro di polemiche e il Comitato per la tutela della Valdichiana più volte ha denunciato il forte impatto ambientale che, come nel caso dell’ampliamento dell’inceneritore, si avrebbe in una zona già contaminata dagli scarichi dei grandi impianti industriali come la Chimet o lo stesso inceneritore.
E su questo Fabio Roggiolani, ex Presidente della Commissione Regionale sulla Sanità, spiega che “mentre con certezza gli sforamenti epidemiologici si notano a Badia al Pino, Tegoleto e Pieve al toppo non credo che saranno rintracciabili a San Zeno a causa della esiguità della popolazione residente che in più fortunatamente risiede in collina molto meglio ventilata della pianura; chi lavora vi lavora solo alcune ore al giorno e non è possibile individuare una platea certa di riferimento statistico.”
Sono più di due anni che si progetta di fare di San Zeno un grande polo tecnologico e industriale che ridia smalto alle imprese e sia da volano per l’economia cittadina, ma investire non significa soltanto impegnare i soldi pubblici in un’opera: investire è creare posti di lavoro e lavoro implica che ci siano persone a farlo.
“L'area è carica si inquinamenti provenienti da varie fonti e l'intelligenza vorrebbe  non si insistesse a caricarla ad esempio con il raddoppio dell'inceneritore, dato che esistono nell'area aziende di recupero metalli di varia dimensione ed entità…” spiega Roggiolani “L'inceneritore è uno dei migliori in Toscana e i controlli sulle emissioni sono molto più confortanti di altre strutture,ma oggi è oltretutto antieconomico insistere.”
25/11/2011

12.08.2012

Studenti e affitti in Aretium


Arezzo ospita da 42 anni, dal 1969, un distaccamento dell’università di Siena, ma non è mai diventata una vera città universitaria.
Sotto molti punti di vista avere i distaccamenti dell’università di Siena nel nostro territorio è una benedizione e genera molti profitti a tutti i settori produttivi, ma come accogliamo gli studenti fuori sede?
Il loro primo impatto con la città è per la ricerca della casa in affitto tra bacheche in biblioteca, agenzie, annunci sul giornale e online.
“Delle case sfitte so che si hanno dati certi. Dovrebbero risultare dall'Ufficio tributi. La dimensione del fenomeno però, per quanto esorbitante, mi sembra di ricordare 1.600 appartamenti, andrebbe guardata anche sotto la lente dell'evasione..” afferma l’Assessore Michele Colangelo, che però ricorda “Questo è uno di quegli argomenti che non ho affrontato, neanche per la parte di mia competenza. Lo metterò in agenda…Chissà che non si possa fare una piccola task-force per andarle a scovare. Il costo medio, comunque sembra in calo, stante la grande disponibilità di case che tendono a mitigare i prezzi.”
Guardando le tantissime offerte, per una camera o un appartamento via internet mi accorgo che ha ragione: i prezzi sono diminuiti, ma leggo anche che in pochissimi annunci si cita “regolare contratto”; meno ancora danno l’indicazione precisa dell’indirizzo: Arezzo è piccola, ma “Centro Storico” è vago anche per chi è appena arrivato in città.
I prezzi per una camera variano molto: si passa da “condominio mensile € 35.00. a schiera zona via romana. € 300,00 compreso acqua, luce…” [NdR: i puntini di sospensione sono dell’annuncio e non specifica altre spese] a due camere doppie in piazza grande per € 800 o ad una camera singola in un appartamento di 75 mq per 360€, ma comparando i prezzi con quelli delle vicine Siena e Firenze gli annunci non sono così convenienti, considerando anche la diversa vitalità che offrono le altre città..
“Io sono stata in 3 case diverse, due con contratto e quella attuale in nero!” racconta una studentessa fuori sede che vive nella nostra città “pagavo 240 € escluse spese in centro storico, 220€ escluse spese a Saione e ora 240 € incluso il riscaldamento davanti all'anfiteatro romano..diciamo che questa è la soluzione più economica perché il riscaldamento è la cosa che costa di più soprattutto se non risulti residente in quella casa! difficoltà non ne ho mai avute perché la prima casa era di un mio amico, la seconda e la terza avevano l'annuncio all'Informagiovani! Trovare coinquilini nel caso in cui si liberi qualche stanza è un po' più complicato perché giustamente vorresti quello giusto che però arriva subito che resta tanto tempo..e non è sempre così rosea! Però lo trovi perché comunque c'è abbastanza movimento.”
Martina invece, che si è laureata e non vive più ad Arezzo, racconta che “pagavo 250 euro più spese, in centro e casa bellissima e nuovissima ed ero fortunata! Più o meno i prezzi si aggiornano intorno a quella cifra ma a volte trovi anche case più vecchie! Ho trovato abbastanza facilmente chiamando un po' di numeri presi dalla bacheca in facoltà, se no l'alternativa è prendere numeri all'Informagiovani...Avevo il contratto serio.”
La casa dello studente di via Laschi, dietro l’ospedale, è un’alternativa valida ma ha solo 24 camere singole e un appartamento da due camere, attrezzato per portatori di handicap; “Nella casa dello studente so che si vive bene” raccontano sempre le due intervistate “perchè hanno la camera singola con il bagno in camera. Le camere son ben riscaldate e hanno degli spazi comuni per guardare la tv e una cucina per piano. L'unico problema è che ci sono pochissimi posti e che si trova un po' lontano, visto che è dietro il Pionta, però è comodo per il pranzo perché per andare a mensa solo a pranzo devono solo attraversare la strada...mentre per cena devono arrivare fino al dopolavoro ferroviario in stazione.”