9.23.2011

Politica e giovani: a volte si può


Alessio Tucci, classe 85, studente di Scienze Politiche a Firenze è stato scelto giovedì 14 Luglio come rappresentante provvisorio per l'incarico di coordinatore comunale dell'Italia dei Valori Arezzo ed è la dimostrazione che si può far politica pur essendo giovani.
«Mi sono sempre interessato alla politica, fin da ragazzino, però sono in politica, cioè iscritto nell’IdV, da due anni e dall’iscrizione ho iniziato subito a partecipare, ho condiviso subito i valori e le idee del partito e ho seguito pian piano le iniziative; ho scritto articoli, ho aiutato a raccogliere firme, ho partecipato alle iniziative attive sul territorio...l’Idv mi ha stimolato, c’è questa apertura verso i giovani e non è stata una sorpresa la scelta seppur provvisoria, perché era nell’aria proprio per l’attenzione ai giovani».

Alessio non è il più giovane del partito, ma proprio per questo si sente coinvolto nelle scelte politiche «siamo una decina di giovani ad essere attivamente coinvolti nel partito e il più piccolo è Lorenzo che ha fatto quest’anno la maturità; è un partito giovane e di giovani, non è erede di altre entità politiche, si sta strutturando la sua identità e si sta ancora organizzando, è dinamico ed è per questo che mi piace».
Anche se la nomina è al momento provvisoria e dovrà, in caso, essere riconfermata nel congresso comunale che si svolgerà in autunno, il neo coordinatore comunale ha le idee chiare del contributo che vuole dare alla politica aretina e del suo partito:
«mi interessano i problemi di Arezzo e delle persone che ci vivono e credo che si debba riportare la politica in primo piano. Fare politica è fare scelte e se i cittadini sono lontani, disinteressati è perché la vedono lontana da loro, specialmente i giovani; il mio obiettivo principale è far scoprire la bellezza della vera politica ai cittadini e ai ragazzi, renderli partecipi delle decisioni, raccogliere idee e disagi che vengono dal territorio...i giovani sono quelli più distanti dalla politica, non hanno fiducia nelle istituzioni e nei partiti e vorrei far loro capire che la politica può cambiare i problemi di cui si lamentano: il voto è il primo passo, se non c’è partecipazione non c’è miglioramento, se aumenta il disinteresse non ci sarà mai una città sana».
Le preoccupazioni politiche del 26enne vanno al futuro di Arezzo, al lavoro e a come risollevare la città dalla crisi decennale che ha coinvolto il settore manifatturiero: «va riportata nelle discussioni politiche l’idea del lavoro dignitoso, perché il problema è la dignità di lavoro...le discussioni nei partiti e tra i partiti mancano di concretezza: la disoccupazione giovanile sfiora il 30% a livello nazionale ed è cronica l’assunzione precaria e il job-on-call...ci sono 30 tipi di contratto diverso, ne basterebbero 4o 5, di cui il principale dovrebbe essere il contratto di apprendistato..questo comporta ripercussioni sul piano sociale, come l’impossibilità di farsi una famiglia e l’impossibilità di avere una pensione dignitosa...Ad Arezzo c’è crisi sistemica da 10 anni, con crollo del 70% della produzione orafa e del settore manifatturiero che, in crisi, regge e che deve essere supportato con nuove modalità di incentivi, puntando su aziende leader come Aruba, sulla creazione locale di componenti tecnologiche e sulle energie alternative; il settore turistico non riesce a crescere per vari problemi...il comune deve cercare soluzioni con i privati che vadano incontro alle esigenze del turista come, ad esempio, collaborare con le imprese di categoria per promuovere un format, un pacchetto, che faccia di Arezzo la base per il turista che vuole visitare Firenze, Siena, Cortona, Perugia e Assisi, rendendo conveniente dormire qui sfruttando la peculiarità geografica della nostra città».
18/07/2011

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